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  • 31 Dicembre 2020

    Una campagna contro i dubbi

    Una campagna contro i dubbi

    La scelta, condivisa da tutti i Paesi del mondo, di vaccinare per primi medici e operatori sanitari, è la più logica e scontata che possa esserci. È evidente che se medici e infermieri si ammalano non solo non possono assistere i loro pazienti ma rischiano di diffondere ancor più il contagio. Inoltre, gli operatori sanitari che si vaccinano rappresentano un messaggio di fiducia sull’utilità e sicurezza dei vaccini. Ecco invece fioccare le accuse: passano davanti a tutti, hanno una corsia preferenziale, pagheranno sulla loro pelle gli effetti collaterali, fanno solo show, e via andare. Purtroppo a questi critici di professione si sono aggiunti alcuni mass media amplificando, attraverso la loro voce, queste pretestuose polemiche figlie solo della disinformazione. Abbiamo così assistito ai vili attacchi all’infermiera dello Spallanzani, Claudia, prima vaccinata nel nostro Paese, che, con parole piene di sensibilità, aveva definito il vaccino un atto di amore e responsabilità. Speravamo e credevamo che tutti avrebbero riconosciuto la luce in fondo al tunnel, ma purtroppo non è così. Emergono, con i no-vax, un gran numero di incerti, perfino tra i sanitari, e i sobillatori di dubbi crescono attraverso il web e non solo. Confidare nella ragionevolezza non è sempre la scelta vincente, talvolta bisogna agire con decisione per salvaguardare la salute pubblica. Le istituzioni del Paese dovrebbero lanciare una importante campagna di informazione attraverso tutte le vie di comunicazione, social network inclusi, per far conoscere con linguaggio semplice e appropriato come agiscono i vaccini, quali sono i vantaggi e i possibili effetti collaterali. Altrimenti rischieremo di non raggiungere la cosiddetta immunità di gregge e saremmo condannati a inseguire il virus e i suoi focolai per molto tempo. Se non si ottenesse un adeguato livello di adesione, l’obbligatorietà del vaccino sarebbe poi una scelta inevitabile. In questa realtà i media hanno un ruolo di grande responsabilità.

    [Corriere della Sera Nazionale - Sergio Harari - Silvio Garattni]