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  • 27 Gennaio 2019

    Milano, in via Eupili una “lezione” sulla scuola

    Una targa per non dimenticare quello che fu e mai più dovrà essere

    Ci fu un tempo durante il quale ci furono italiani e italiani di razza ebraica. Un tempo in cui agli ebrei fu vietato tutto, anche l’istruzione. Ci fu un tempo scandito da un re, Vittorio Emanuele III, che firmò le leggi razziali aprendo la porta alle peggiori persecuzioni.

    Era il settembre 1938 quando la comunità ebraica di Milano fu costretta ad organizzare tutti i corsi di studio, dalle elementari all’università, per i ragazzi ebrei espulsi dalle scuole pubbliche. Furono scelte come sede due palazzine contigue in una piccola via vicino al parco Sempione, Via Eupili, ai civici 6 e 8. Molti di quegli studenti si salvarono grazie ai buoni uffici del Rabbino della scuola, scomparso con il grande rimpianto di non essere riuscito a salvarli tutti.
    Molti, come Violetta Silvera, finirono nei campi di sterminio per la sola colpa di essere nati; in memoria sua e dei suoi genitori, anch’essi ridotti in cenere a Auschwitz, sono appena state poste delle pietre d’inciampo davanti alla loro abitazione di allora. Quelle pietre - come ha ricordato Liliana Segre alla Scala - rappresentano la tomba di chi non ha neanche avuto il diritto di averne una.
    Negli anni la palazzina del civico 6 è diventata una residenza mentre l’8 ora ospita il Centro di documentazione ebraica e una piccola sinagoga. Il Comune e la Comunità ebraica di Milano apporranno una targa all’inizio di Via Eupili, in ricordo di quella scuola e dei suoi studenti. Una targa per non dimenticare quello che fu e mai più dovrà essere.