Oggi sappiamo che in tutto il mondo —
qui i dati italiani, qui quelli americani —
i pazienti ricoverati per Sars-CoV-2 sono nella quasi totalità costituiti da soggetti non vaccinati.
Non immunizzarsi è pericoloso per sé e per gli altri.
Vaccinarsi è così diventato un dovere sociale.
Per un anno e mezzo negli ospedali abbiamo assistito tutti, giovani e vecchi, malati gravi e meno gravi e abbiamo visto morire troppe persone per accettare ora di dover riaprire reparti per accogliere chi, appellandosi assurdamente al «libero arbitrio» o a una supposta libertà individuale, non si è voluto immunizzare contraendo poi la malattia.
Non riesco a capire come si possa immaginare dopo quasi 128.000 morti per Covid nel nostro Paese che tutto continui come se nulla fosse. Eppure,
è con i vaccini obbligatori che abbiamo sconfitto i grandi mali del passato e nessuno allora si erse a baluardo di libertà messe in discussione.
Quando si discute di filosofia o di politica le cose possono essere viste in molti modi e hanno svariate sfaccettature, difficile identificare una verità assoluta, chi ha torto o chi ha ragione. Purtroppo anche in medicina è sembrato essere così, durante la pandemia le cose sono avvenute talmente rapidamente che hanno sconvolto le nostre conoscenze scientifiche e quello che era certo ieri non sempre lo è stato anche il giorno dopo.
Ma i dati sono un’altra cosa dalle opinioni, hanno una loro crudezza, un loro valore intrinseco. Insomma, il dato è il dato.
E il dato dei numeri dei contagi nel nostro Paese sta costantemente crescendo.
I ricoveri e i decessi, circoscritti a chi non è ancora immunizzato, non salgono ma il virus sta aumentando la sua circolazione e la cosa non è rassicurante.
L’esperienza di
Israele, riportata pochi giorni fa su queste pagine, è paradigmatica; il Paese che per primo ha implementato la campagna vaccinale si trova oggi a gestire una situazione epidemiologica che non è proprio tranquilla:
i casi si sono decuplicati con varianti e nuovi contagi oltre a reinfezioni nei vaccinati, ma queste molto meno gravi.
L’anno scorso (non un secolo fa) abbiamo pagato a carissimo prezzo la nostra leggerezza estiva e non è il caso di ripetere l’errore fatto. Le scene di baci, abbracci e assembramenti vari viste durante i festeggiamenti della vittoria degli Europei non sono solo state pericolose di per sé, come ha segnalato l’Oms, ma hanno dato la stura a un
liberi tutti, pericolosissimo.
Questo non vuole dire che non possano riprendere gran parte delle attività produttive e di quelle sociali ma con attenzione, buon senso e gradualità. I focolai di Covid che si sono registrati in più parti dell’Italia in questi giorni la dicono lunga su quello che può ancora capitare.
Se vogliamo davvero lasciarci alle spalle la pandemia, dobbiamo capitalizzare i vantaggi che ci regala la stagione estiva, e non buttare via un’altra occasione per davvero voltare pagina.
Corriere della Sera - Sergio Harari