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  • 27 Gennaio 2015

    L’antisemitismo e l’indifferenza spiegati a mia figlia

    Corriere Milano

    Stiamo guardando il telegiornale quando mia figlia, con l'innocenza dei bambini, ascoltando la notizia dei morti al supermercato kosher di Parigi mi chiede: ma papà, perché gli ebrei? Sì, perché gli ebrei? perché ieri e perché oggi? Perché se ne vanno dalla Francia, per un antisemitismo che ritorna, e in tanti emigrano verso Israele, una terra avvolta dalle guerre e dalle difficoltà, ma che rappresenta una casa sicura, un rifugio accogliente e certo?

     

    Quando erano tornati da Auschwitz, Dachau, Mauthausen, Buchenwald, quei pochi che lo erano, non raccontavano, era impossibile trasmettere ad altri quello che avevano vissuto, una esperienza che veniva da un altro mondo. Il silenzio era il loro unico rifugio. Il mondo non voleva sapere, né ascoltare. Nessuno voleva fare i conti con quello che era stato. Nessuno voleva chiedersi: ma come abbiamo fatto? come abbiamo permesso che tutto ciò accadesse? I sopravvissuti temevano di non essere creduti. “Se questo è un uomo” di Primo Levi approdò alle stampe solo molti anni dopo la sua stesura, nel 1958, dopo essere stato respinto da svariate case editrici. E forse ancora oggi non tutti hanno saldato il loro debito di verità con la Storia.

     

    E' in questo interstizio che comincia a farsi strada la rimozione, d'altra parte è sempre più semplice rimuovere che affrontare le domande: uno spazio ideale per il negazionismo, che ritorna oggi più di ieri, proprio quando la memoria degli ultimi testimoni si allontana. Meglio dimenticare che c'è stato un mondo costruito sull'orrore fatto da uomini per altri uomini che avevano una sola colpa, la colpa di essere nati.

     

    Settanta anni dopo la liberazione di Auschwitz, l'Europa soffre ancora di un antisemitismo diffuso che si nutre dei luoghi comuni più scontati e banali: l'ebreo ricco, avaro, affarista, speculatore, lobbista di chissà quali poteri. Ma soprattutto si nutre dell'indifferenza che tutto giustifica.

     

    L'indifferenza è il vero nemico, per questo la parola è incisa a lettere cubitali all'ingresso del Memoriale della Shoah di Milano. Qualcuno, dopo i fatti di Parigi, ha provocatoriamente chiesto se la reazione sarebbe stata la stessa, con i quattro milioni di manifestanti e i 50 capi di stato, se a morire fossero state solo le vittime ebree. Una domanda che ha il solo scopo di scuotere le coscienze su quello che sta accadendo.


    L'antisemitismo cresce ogni giorno in tutta Europa, così come anche in Italia, il web ne è purtroppo un triste testimone. Mentre noi, continuando a chiederci come l'olocausto sia potuto accadere e come sia possibile che l'antisemitismo ritorni ancor più forte, sappiamo di non avere risposte per nostra figlia, quando ci chiede: perché gli ebrei?