Un tempo, quando Aristotele passeggiava lungo i peripatoi, i colonnati del suo liceo ateniese, insegnava non solo filosofia ma anche biologia e anatomia; allora scienza e filosofia sembravano un unicum indissolubile.
Fino a tempi recenti chi voleva intraprendere la carriera medica faceva studi classici che si riteneva potessero fornire la migliore formazione per un futuro clinico-chirurgo. Poi sono arrivate le moderne tecnologie: la TAC, le ricerche molecolari, le staminali e i robot.
La medicina è sembrata prendere la strada riservata ad altre scienze, un percorso fatto di tecnicismo e razionalità. Elementi indispensabili per una moderna medicina, ma che soli non bastano per quella che è ancora un'arte fatta di empirismo, esperienza, capacità di contatto umano.
Il fiuto clinico esiste ancora e non risiede in una TAC o nelle nuove tecnologie, esami dei quali non possiamo certo a fare meno ma che da soli non bastano a risolverei problemi dei malati. Se tutto fosse matematica e pura razionalità non si spiegherebbe come mai pazienti anche sofferenti per gravi malattie migliorino quando si somministra loro una sostanza inerte, un semplice placebo.
Riavvicinare la cultura umanistica alla medicina in chiave moderna, aiutando a ricongiungere la medicina all'uomo, superando barriere costruite in decenni di rapidissima evoluzione delle cure e delle tecnologie disgiunte da una cultura che si è persa su un binario ormai troppo lontano e separato: Peripato nasce per questo.
È un tentativo per rimettere in linea due binari che non possono più essere disgiunti e che tracciano la strada comune della nostra vita.
dott. Sergio Harari
Presidente Peripato